Con Paolo Camerini , nel periodo che và dal 1890 al 1924, l’impianto urbanistico di Piazzola Sul Brenta comincia ad assumere una struttura che ancor oggi conserva.
Uno dei primi interventi da lui apportati fu la riorganizzazione viaria interna, in questo facilitato dal fatto che era proprietario di tutti i terreni a sud della villa.
Questo è anche il motivo per cui il centro originario di Piazzola, organizzato attorno alla chiesa a nord-ovest della villa, non viene potenziato ma viene spostato nell’odierna ubicazione: la Villa così funge da scenario alla nascente cittadina.
Scelse come elemento ordinatore la maglia ortogonale, allineata alla villa ed al lungo viale di ingresso: da sud – sud-est a nord – nord-est. ; era completata dalle vie trasversali parallele alla facciata della villa.
Dalla pianta topografica di Piazzola si possono notare i “limiti” fisici imposti al progetto: questa griglia infatti era delimitata a nord dalla facciata della villa e dalla strada provinciale che porta a Camisano, a sud dalla strada provinciale che porta a Padova; ad ovest fu lo stesso Camerini a porre un limite, con l’odierna provinciale che porta a Carmignano, mentre ad est si trova il limite naturale dato dal fiume.
Su questa griglia ordinata le case vennero posti in gruppi di quattro su tutti gli incroci, ad eccezione di quelli sul viale di accesso, destinati agli edifici di rappresentanza, e, lungo i bracci più lunghi , a gruppi di due, a metà o ad ogni quarto di lunghezza.
Una operazione urbanistica che va oltre la semplice filantropia, ed è anzi un interessantissimo esempio sociologico di oculato investimento industriale, poi fallito dapprima per la pesante opposizione del regime fascista ed infine per la prima globalizzazione dell’economia che ha riguardato i settori obsoleti.