Area di intervento: Sociale - Culturale - Educativo

Nel 1945 fu la frazione di Tremignon a dare vita ad una sezione di Esploratori Cattolici Italiani in forma semi clandestina e ancor prima che la guerra finisse.

E furono proprio le uscite di Squadriglia del Riparto “Ardire” a stimolare i giovani di Piazzola a far nascere in loro il desiderio di creare un Riparto; è così che, sul finire dell’estate del 1945, l’Arciprete Luigi Carpenedo e il giovane Ovidio Meneghetti formarono il primo Riparto con due Squadriglie, Aquile e Scoiattoli e due Sestiglie di giovani Scout in età Lupetto. “Va’! [mi disse Carpenedo] e vedi se riusciamo a combinare qualcosa di buono […] Ma c’era qualcosa che mi piaceva e stimolava, ed era l’idea centrale di associare la disciplina all’educazione ed alla libertà”.

L’inaugurazione ufficiale del Riparto si svolse il 10 marzo 1946 e in quell’occasione si pronunciarono le prime promesse. Per i colori del Riparto si scelsero il verde e giallo propri del Casato Camerini, e “San Luigi” come nome. Così dall'8 al 23 agosto 1946 a Fongara, dopo diverse peripezie per comprare delle tende dismesse dall’esercito anglo-americano, fu fatto il primo campeggio.

Poi nel 1948 fu fatto il Campo alla Piana di Malcesina dove la paglia per le brande mancava, così si fu costretti ad arrangiarsi con il sottobosco: foglie, muschio, erba secca che procurarono non pochi fastidi durante la notte. Fastidi maggiori furono procurati dai baccalà, che per ragioni di conservazione erano tenuti sotto sale e per ragioni di sicurezza furono appesi a un pino, in quanto il sale attirava parecchie vacche.

Era uno spettacolo vedere quei baccalà appesi ed anche vedere al mattino lo Scout di servizio che si arrampicava per prendere la razione giornaliera. L’Assistente Ecclesiastico era don Giuseppe Ballardin, un Cappellano dall’umanità unica e a volte un po’ rustico. La sua omelia, molto contenuta, si limitava a qualche richiamo sulle marachelle. Fissava l’interessato, gli puntava contro il dito e l’apostrofava: “ciò ti, gò sentio che ieri sera te disevi e parolasse, serca de comportate mejo”. E tutto finiva lì. A volte i ragazzi approfittavano della sua bontà per fargli degli scherzi. Una sera i ragazzi delimitarono di sale, recuperato dal baccalà, la tenda di don Giuseppe che si ritrovò, alla mattina, circondato da parecchie vacche. Una vi infilò dentro la testa svegliando di soprassalto il povero prete che esclamò: “ma xe possibie, tutte da mi e vien ste vacche!” suscitando l’ilarità generale.

Nel 1949 il Riparto di Piazzola fu chiuso per irregolarità amministrative ma si trattava di un vuoto che sarebbe velocemente colmato; nel 1950 Carlo Valerio soffiò sulle ceneri del vecchio Riparto e si prese cura di alcuni ragazzi di Piazzola. Fondò la Squadriglia libera Pantere che continuò la propria attività scout nel parco della Villa Camerini, mentre per i Campi estivi e i giochi di Zona si affiancava al Riparto del Camisano. Nel 1952 Carlo Valerio rifondò il nuovo Riparto di Piazzola con la Squadriglia Pantere e Castori. I nuovi colori del fazzolettone sono verde con i bordi neri probabilmente ripresi dalla Squadriglia Aquile da lui precedentemente guidata. Nel 1972 nasce il Gruppo AGI con le Squadriglie Volpi e Tigri.

Gli ultimi decenni sono caratterizzati da una veloce crescita: nel 1974 con diciotto Lupetti nasce il “Branco del Dhak”, nel 1975 con trenta Coccinelle nasce il “Cerchio del Sorriso” mentre nel 1982 nasce la Branca Rover/Scolte.

Oggi la Comunità Capi del Piazzola 1 crede ancora con forza e caparbietà nei valori fondanti dello scoutismo, nei ragazzi e in un mondo sempre migliore.

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